Maria Novella Bettini, docente universitaria con un curriculum impressionante comincia a scrivere romanzi. Il suo percorso è a dir poco anomalo, dal Diritto del lavoro alla narrativa. Ce lo può raccontare?
“Il mio percorso è sempre stato binario, cioè in compagnia di due parti di me ben distinte: la fantasia e la razionalità. La mia attività professionale sia come giurista che come scrittrice è stata sempre condizionata da entrambe: immaginazione e calore da una parte, freddezza e logica dall’altra. Perciò c’è sempre stata una commistione fra la mia figura di docente e quella di autrice.”
Dove attinge il materiale per i suoi romanzi, le trame e i contenuti?
“Spunti reali o fantastici mi inducono ad immaginare una trama. A quel punto ordino gli avvenimenti dentro di me prendendo appunti e buttando giù scene ovunque mi trovi, molto spesso in auto su un treno, in un bar o mentre cammino. E solo quando conosco la fine della mia storia mi accingo a scriverla.”
Come fa a coniugare l'attività professionale con la scrittura?
“Non è difficile coniugare i due profili. È importante ricorrere alla fantasia anche quando preparo una lezione o scrivo un parere. Devo impostare entrambi in modo da catturare l’attenzione di chi mi ascolta o legge. Perciò devo escogitare soluzioni e contenuti sempre nuovi e originali. Per converso, quando scrivo un romanzo ho bisogno della mia razionalità per evitare di descrivere i diversi episodi in modo paludato o contraddittorio. La trama deve essere avvincente, scritta in modo scorrevole, ricca di colpi di scena e di vicende passionali. L’amore e il sesso sono sempre presenti nelle mie storie, come del resto nella vita.”
La storia della sua famiglia ha una parte rilevante nelle vicende che racconta, ci sono alcuni personaggi che ha calato nei romanzi lasciandoli pressoché intatti?
“In effetti sì, nel mio ultimo romanzo La torre tonda, alcune vicende e alcuni personaggi sono tratti dalla vita reale. Dal momento che il romanzo si svolge negli Anni trenta, ho attinto da vecchi diari e da storie di famiglia, tranne che per zia Cleofida, una presenza importante che ho conosciuto di persona quando era ormai anziana. Ho trovato nel cassetto di un mobile antico delle matrici per inviare messaggi spionistici e, nascosta in giardino, una pistola Luger. La mia fantasia ha fatto il resto.”
Il suo ultimo romanzo senza spoilerarlo...
“La torre tonda è la dimora sorrentina di famiglia che viene persa al gioco dal fratello dell’interprete principale, Enrico, il quale parte alla volta di Barcellona con due amici, sperando di fare fortuna e di avviare una fabbrica di pellame. Una tempesta però dirotta la nave a Tangeri. Lì, fra spie e amanti, conosce tre ragazzi romagnoli in vacanza in Marocco e coltiva l’amicizia di una contessa ebrea che lo aiuta a diventare un ricco industriale. Egli ha però nostalgia della sua terra e torna in patria con la sua amante proprio durante gli anni più bui del fascismo. Qui incontra un grande amore e torna in possesso della Torre, ma le persecuzioni lo costringono a fuggire verso l’Emila Romagna in un susseguirsi di continui colpi di scena.”