Immigrazione, Rizzo contro Bertinotti: “Accogliere? Cominci lui a ospitare un immigrato in casa” Soluzione: “Africa agli africani e stop immigrazione”

Rizzo demolisce il mantra “accogliere” di Bertinotti, denunciando le ipocrisie della sinistra. ESCLUSIVA AGENSOCIAL

Immigrazione, Rizzo contro Bertinotti: “Accogliere? Cominci lui a ospitare un immigrato in casa” Soluzione: “Africa agli africani e stop immigrazione”

Nel dibattito pubblico stanno andando virali le parole di Fausto Bertinotti alle telecamere di Mediaset: “accogliere, accogliere, accogliere”. Dalle fratture tra il registro morale della sinistra storica e le ricadute concrete delle politiche migratorie sulle città, sui ceti popolari e sull’idea stessa di Stato. Rizzo analizza il nodo senza orpelli: il rapporto tra sicurezza e repressione, l’origine economica dei flussi migratori, il peso reale della “convivenza civile” sulle fasce più deboli e, soprattutto, quali strategie siano realistiche per affrontare un fenomeno che incrocia geopolitica, welfare e lavoro.

“Accogliere, accogliere, accogliere”: cosa suscitano in lei le parole di Bertinotti, già citato ampliamente e recentemente nella sua biografia?

“Nel mio libro, “Una biografia di periferia” ho già spiegato quello che penso dal punto di vista politico e umano rispetto a Fausto Bertinotti. Credo di aver già detto abbastanza. Dal punto di vista del suo appello ad accogliere, accogliere, accogliere, beh, adesso, essendo lui residente a Roma, credo che ci sia una proposta del Comune di Roma per accogliere degli immigrati nelle proprie case. Vedremo se lui e la moglie accetteranno di mettere un immigrato in casa, no? Visto che c'è un progetto del Comune di Roma che va in questa direzione. Ho l'impressione di no, perché poi questi radical chic sono tutti buoni a spiegare cosa devono fare gli altri, ma poi sono gli ultimi a dare l'esempio. Quindi mi pare un'ipocrisia della politica questa, nulla di più.”

Sicurezza senza repressione, anzi “repressione stupida”: è realismo o ideologia?

“In linea di principio in una società ideale ci sarebbe la possibilità di educare, ci sarebbe la possibilità di prevenire, ci sarebbe la possibilità di costruire un universo che è al di là da venire in questo in questi nostri modelli. Quindi è chiaro che una società ideale non esiste, esiste una società che si sta trasformando in sempre più in una giungla e l'immagine delle stazioni come luogo di pericolo, come luogo habitat di violenza, di sopraffazione, spesso verso i più deboli, le donne, gli anziani, sta diventando un meccanismo che vale per tutta la società. Quindi l'idea di non reprimere mi pare un'idea sbagliata, peraltro nella stessa definizione dello Stato viene prevista dal punto di vista di Weber, la necessità di stabilire confini e anche una capacità di di costrizione. Se non c'è la capacità di costrizione, non esiste lo Stato.”

I flussi migratori sono fenomeno inevitabile o scelta politica?

“I flussi migratori sono dovuti a uno sfruttamento coloniale prima, imperialistico poi, neocoloniale oggi, dell'Africa e dei paesi più poveri, quindi hanno un fattore principalmente economico. Poi c'è una pianificazione da parte dell'Unione Europea di avere una sorta di esercito industriale di riserva che possa consentire di ridurre i salari, di ridurre i diritti dei lavoratori che nel secolo scorso hanno fatto tante lotte per ottenere questi risultati.”

Chi paga davvero i costi della “convivenza civile” di cui parla il suo ex collega di partito?

“I costi della migrazione selvaggia li paga principalmente il popolo, le classi più deboli. Dal punto di vista della sicurezza, i soggetti deboli, le donne, gli anziani. Dal punto di vista sociale li paga la parte più povera della popolazione perché viene in parte privata dello stato sociale che viene principalmente attribuito agli immigrati che riescono in questo modo, peraltro, anche a mandare le rimesse nei loro paesi d'origine. In Italia lo scorso anno, secondo dati Istat, ci sono stati 8 miliardi di euro di rimesse, la metà della legge finanziaria. Chiaramente queste rimesse sono giuste, perché è gente che ha lavorato, però è gente anche che ha goduto dello stato sociale degli italiani che lo hanno conquistato con le lotte, lo hanno conquistato con sacrifici e che non godono più perché sono, dal punto di vista dell'ISEE, di varie strumentazioni, certamente più, diciamo, in arretrato rispetto agli immigrati stessi.”

Una soluzione concreta: qual è?

“La soluzione è complessa e si attua in due parti. Una rispetto all'Africa, i paesi più più deboli, con uno slogan che per ora chiude tutta la prospettiva: l'Africa agli africani. Bisogna fare in modo che non ci sia più uno scambio diseguale tra quei paesi e l'Occidente che, come dire, compiono una politica di rapina nei confronti di quei paesi. Dopodiché in Italia non deve entrare più nessuno, quindi non il referendum di Landini che voleva dare la cittadinanza in anticipo a 2 milioni e mezzo di immigrati, cioè la totale distruzione dello stato sociale, delle pensioni, della sanità pubblica, eccetera e neanche il decreto flussi della Meloni che fa entrare nei prossimi 3 anni 500.000 immigrati con tutto quello che ne consegue dal punto di vista dei ricongiungimenti. In poche parole: Africa agli africani e stop immediato a qualunque immigrazione. Quelle che ci sono si devono integrare secondo le leggi italiane, il lavoro italiano e le tradizioni italiane.”