Impianti sportivi a Roma, offerta diffusa e ruolo sociale: i dati dell’indagine ACoS

Il monitoraggio ACoS analizza 2.258 impianti sportivi di Roma, tra inclusione sociale, qualità dei servizi, costi regolati e margini di miglioramento.

Impianti sportivi a Roma, offerta diffusa e ruolo sociale: i dati dell’indagine ACoS

Roma può contare su un patrimonio sportivo ampio e diffuso: 2.258 impianti sportivi distribuiti sul territorio cittadino. È quanto emerge dall’indagine realizzata dall’Agenzia per il controllo e la qualità dei Servizi Pubblici di Roma Capitale (ACoS), che restituisce una fotografia complessivamente positiva del Sistema Sport di Roma Capitale, pur evidenziando alcune criticità.

Il report segnala un rapporto equilibrato tra impianti pubblici e privati, in linea con il principio della cosiddetta “democrazia sportiva”, e una distribuzione territoriale coerente, con una maggiore concentrazione dell’offerta nelle aree periferiche, favorita dalla più ampia disponibilità di spazi. Un dato che contribuisce a ridurre le disuguaglianze di accesso allo sport e a rafforzarne la funzione sociale.

L’analisi richiama il quadro normativo di riferimento che disciplina la realizzazione, la gestione e l’utilizzo degli impianti sportivi, comprendendo la normativa nazionale e il recente Regolamento per la gestione e l’utilizzo degli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale. In questo contesto, il servizio sportivo pubblico viene valutato come strumento di inclusione sociale e di tutela del diritto allo sport per cittadini di tutte le età.

Accanto ai dati quantitativi, ACoS ha condotto un approfondimento sulla qualità dell’offerta, adottando la metodologia del “mystery client”, una tecnica di monitoraggio che consente di valutare in modo diretto l’esperienza dell’utente. I parametri presi in esame includono l’accessibilità, la segnaletica esterna e interna, le informazioni all’utenza, la presenza e la gentilezza del personale, la trasparenza gestionale e la fruizione dei servizi aggiuntivi.

Dalle valutazioni emerge anche una classifica delle attività sportive più praticate: in testa il nuoto, seguito dal fitness e dalla coppia tennis/padel. Seguono calcio e calcetto, acquafitness, arti marziali, danza e ballo. In coda si collocano pallanuoto, pilates, rugby e atletica leggera.

Nel complesso, il monitoraggio promuove il Sistema Sport di Roma Capitale, definendo la situazione “complessivamente positiva”, ma segnala margini di miglioramento significativi, soprattutto in termini di trasparenza, accessibilità universale, comunicazione con l’utenza e pieno rispetto degli obblighi normativi. In particolare, il rapporto evidenzia “criticità sulla trasparenza della proprietà comunale e sulla comunicazione delle informazioni obbligatorie, come la presenza del safeguarding officer e del Modello di Organizzazione e Gestione 231, che evidenziano una lacuna da colmare per tutelare i diritti e la sicurezza degli utenti”.

Per quanto riguarda i costi, la quasi totalità delle strutture rispetta i limiti tariffari previsti, ma “persistono rari casi di difficoltosa comprensibilità e prezzi superiori ai limiti”. Nel complesso, “l’offerta sportiva è ampia e risponde alle esigenze degli utenti, sia per attività agonistiche che amatoriali”.

In apertura della presentazione dell’indagine, il presidente di ACoS, Santo Emanuele Mungari, ha dichiarato: “Acos da oggi apre una stagione di rilevazioni sulla gestione degli impianti sportivi a supporto delle politiche di Roma Capitale, accanto ai cittadini”.

La presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, ha sottolineato che “la revisione dell’articolo 33 della Costituzione è stata una grandissima conquista e a Roma stiamo lavorando sulla Fase 2, ovvero agire con azioni concrete perché lo sport migliora realmente la qualità della vita”.

L’assessore comunale allo Sport e ai Grandi Eventi, Alessandro Onorato, ha spiegato: “L’indagine rappresenta un lavoro titanico perché non possiamo dimenticare come l’apertura di questi impianti sia nata prima abusivamente oppure con opere di compensazione urbanistica e poi con mutui garantiti dal Comune di Roma e noi abbiamo trovato il ‘conto’ da pagare. Siamo molto soddisfatti della reimpostazione del nostro lavoro sulla legalità e sul recupero degli impianti chiusi e di quelli in corso di ristrutturazione”.

In una lettera, il presidente del CONI Lazio, Alessandro Cochi, ha evidenziato che “gli impianti sportivi sono le ‘palestre di cittadinanza’ di Roma Capitale e dell’area metropolitana. Considerare la loro gestione come un servizio pubblico locale è il passaggio culturale necessario per superare una visione puramente immobiliare o burocratica dell’impiantistica”.

Infine, il consigliere di Città Metropolitana Daniele Parrucci ha espresso “l’intento di rilanciare con forza il patrimonio sportivo pubblico, consapevoli che investire nello sport significa investire per il benessere complessivo delle nostre comunità. Per fare questo abbiamo siglato un accordo con l’Istituto di Credito Sportivo e Culturale, che semplificherà l’accesso al credito per quelle ASD/SSD che vogliono riqualificare gli spazi sportivi di Città Metropolitana”.