La Lega verso l’addio a “Salvini Premier” nel logo? L’analisi di Liberi Network

La Lega valuta di togliere ‘Salvini Premier’ dal simbolo: segnali di svolta interna tra leadership in calo e nuovi equilibri nel partito.

La Lega verso l’addio a “Salvini Premier” nel logo? L’analisi di Liberi Network

La Lega sta valutando la possibilità di eliminare la dicitura “Salvini Premier” dal proprio simbolo. È quanto emerge da un’analisi diffusa da Liberi Network, che legge questa scelta come un segnale di trasformazione più profonda del partito, in un contesto segnato da nuove esigenze di equilibrio interno e di riposizionamento all’interno della coalizione di governo.

Secondo Liberi Network, la presenza del nome del segretario all’interno del simbolo, elemento comunicativamente molto efficace nella fase di massima espansione del partito, avrebbe oggi un effetto diverso. Non sarebbe più un moltiplicatore identitario, ma rischierebbe di trasformarsi in un limite in un quadro politico in cui la personalizzazione estrema della leadership genera più polarizzazione che consenso. La rimozione della dicitura consentirebbe inoltre di attenuare quella sovrapposizione implicita con la leadership di Fratelli d’Italia che, secondo l’analisi, contribuisce a creare una competizione narrativa non sempre funzionale ai rapporti interni alla coalizione.

Il dossier di Liberi Network insiste anche su un altro punto: la gestione delle dinamiche interne alla Lega. Figure come Luca Zaia e Roberto Vannacci, oggi molto esposte mediaticamente, renderebbero meno sostenibile una simbologia fortemente centrata sulla persona di Salvini. Un simbolo depersonalizzato permetterebbe al partito di allargare il proprio spazio comunicativo, presentandosi come una forza meno identificata con un solo volto e più capace di integrare le diverse anime della sua base.

A sostenere questa linea contribuisce il quadro che emerge dai dati sulla fiducia nei leader. Matteo Salvini raccoglie il 5% di “molta fiducia” e il 17% di “abbastanza fiducia”, mentre il 23% esprime “poca fiducia” e il 48% “nessuna fiducia”, con un 7% che non si pronuncia o dichiara di non conoscere abbastanza il leader. Un livello di diffidenza così alto, osserva l’analisi, rappresenta un segnale particolarmente rilevante in vista delle scelte strategiche del partito.

Diversa è la situazione di Luca Zaia, il cui profilo risulta complessivamente più equilibrato: l’8% esprime “molta fiducia”, il 23% “abbastanza fiducia”, il 18% “poca fiducia” e il 17% “nessuna fiducia”, mentre ben il 34% afferma di non conoscerlo a sufficienza. Pur non essendo un leader nazionale, Zaia mostra un rapporto più lineare con l’opinione pubblica rispetto al segretario. Molto più polarizzante è invece la figura di Roberto Vannacci: solo il 6% dichiara “molta fiducia” e il 10% “abbastanza fiducia”, mentre il 10% esprime “poca” e il 38% “nessuna fiducia”, con un ulteriore 36% che non si esprime o non lo conosce. Una struttura di giudizi che evidenzia una forte divisione nell’elettorato.

Liberi Network analizza gli effetti che un eventuale cambio di leadership avrebbe sulle intenzioni di voto. Nel caso di una guida affidata a Vannacci, il 5% degli intervistati aumenterebbe “molto” la propria propensione al voto per la Lega e un altro 5% la aumenterebbe “un po’”, mentre il 42% non cambierebbe opinione. Il 4% diminuirebbe “un po’” la propria disponibilità a votare il partito e il 23% la diminuirebbe “molto”, mentre il 21% rimarrebbe incerto. La somma degli effetti negativi supererebbe dunque di gran lunga quella degli effetti positivi, delineando uno scenario sostanzialmente sfavorevole.

Il quadro appare diverso per un’ipotetica leadership Zaia: il 6% degli intervistati aumenterebbe “molto” la propria propensione al voto e il 17% la aumenterebbe “un po’”, mentre il 51% non cambierebbe orientamento. Solo il 3% ridurrebbe “un po’” la propria disponibilità a votare la Lega e il 5% la ridurrebbe “molto”, mentre il 18% rimarrebbe incerto. In questo caso, l’effetto positivo complessivo risulterebbe nettamente superiore a quello negativo, suggerendo una potenzialità di ampliamento del consenso.

Nel complesso, l’analisi di Liberi Network interpreta la possibile rimozione della dicitura “Salvini Premier” come una scelta che va oltre l’aspetto grafico. Si tratterebbe di un passaggio politico destinato a incidere sulla percezione pubblica del partito e sulla sua capacità di gestire una fase in cui l’identità collettiva potrebbe risultare più efficace di quella rigidamente personalizzata. Una modifica al simbolo, conclude lo studio, rappresenterebbe dunque non un mero restyling, ma l’avvio di un nuovo ciclo strategico per la Lega.

Dossier consultabile sulla pagina Instagram di Liberi Network: https://www.instagram.com/p/DR4Yg_4CiGC/?img_index=1&igsh=ajh2djVyaW11eHh5