Più libri più liberi, il caso che agita la fiera: esplode la polemica su “Passaggio al bosco”

Più libri più liberi, il caso che agita la fiera: esplode la polemica su “Passaggio al bosco”

A pochi giorni dall’apertura di Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria che si svolge alla Nuvola dell’Eur, l’attenzione si concentra su un solo elemento del programma: la presenza dello stand della casa editrice Passaggio al Bosco, realtà tacciata dai contestatori di essere riconducibile a filoni culturali dell’estrema destra.

La questione è esplosa pubblicamente dopo l’intervento dell’ex deputato Emanuele Fiano, che ha definito la partecipazione dell’editore «inopportuna», sostenendo che si tratti di una realtà «di chiara fede neofascista o neonazista». Le dichiarazioni di Fiano sono state riportate da varie testate che ha ricostruito l’appello rivolto dall’ex parlamentare agli organizzatori della fiera e alle istituzioni che la patrocinano.

Secondo Fiano, consentire a Passaggio al Bosco di figurare fra gli espositori significherebbe offrire legittimazione pubblica a contenuti e narrazioni che si collocano fuori dal perimetro costituzionale e democratico. Anche alcune figure istituzionali dell’amministrazione capitolina hanno espresso perplessità, definendo la presenza dello stand “inadeguata” per un evento finanziato e patrocinato da enti pubblici.

Sul piano culturale, la contestazione è stata rilanciata da numerosi autori e intellettuali, da Barbero a Zero Calcare: la Repubblica ha pubblicato la notizia di un appello firmato da studiosi, scrittori e artisti che chiedono alla fiera di impedire la partecipazione dell’editore. I firmatari parlano esplicitamente di “normalizzazione” di contenuti estremisti, sostenendo che uno spazio espositivo in un contesto a forte presenza giovanile contribuisce a rendere accettabili posizioni e linguaggi riconducibili alla tradizione del neofascismo.

Di segno opposto la posizione dell’Associazione Italiana Editori (AIE), che organizza la manifestazione. L’AIE ha risposto respingendo l’ipotesi di una selezione discrezionale basata sulle idee politiche degli editori. L’associazione ribadisce che gli stand vengono assegnati tramite procedura commerciale: chi rispetta i requisiti formali può aderire, senza passare per un vaglio ideologico. L’AIE ha aggiunto che la fiera si basa sul principio della libertà editoriale, nel rispetto delle norme vigenti, e che non svolge funzioni di “certificazione” dei contenuti esposti.

Passaggio al Bosco, da parte sua, rivendica la propria presenza come pienamente legittima e conforme ai regolamenti della fiera. Sul proprio sito, la casa editrice dichiara di voler offrire “punti di vista non conformi” e difende la pubblicazione come atto di libertà culturale.

Il caso riapre una discussione già emersa in altre occasioni negli ultimi anni: fino a che punto una fiera del libro possa, o debba, essere considerata un luogo neutrale dal punto di vista ideologico. La contrapposizione è netta: da un lato chi invoca la responsabilità culturale della manifestazione e l’esclusione di realtà legate a ideologie incompatibili con i valori democratici; dall’altro chi ritiene che una selezione basata sui contenuti rappresenterebbe un precedente pericoloso, potenzialmente assimilabile a censura.